(Tratta dal libro di Mario Murtas "La polizia municipale a Sassari" )
LE ORIGINI
Le origini sono lontane e portano alla radici della città, a quando la comunità dei primi abitanti della zona decise, o le fu imposto, di organizzarsi, di diventare borgo. Sorsero così le mura, le strutture collettive, e insieme a loro nacque la figura della guardia civica. Si trattava di delegare qualcuno, o assoldarlo, a vigilare che le regole date dalla stessa comunità o da coloro che la dominavano venissero rispettate. Radici di cui parla lo stesso Enrico Costa nella sua opera “Sassari”.
Nel 1924, a tenore degli statuti, tutti i cittadini dai 14 ai 70 anni (meno gli anziani, i Consiglieri ed altri Ufficiali del Comune) erano obbligati di servire come guardie, con 10 soldi di salario al mese; e fra queste guardie erano forse pur quelle che facevano rispettare le leggi di polizia, nel più vario e più largo significato.
LA PRIMA DIVISA
Prima del 1836 le Guardie Civiche di Sassari non erano che tre sole. A tenore del Regio Editto dell'anno anzidetto, si aumentò per Sassari il numero, a quattro guardie ed un Sergente.
1837 (gennaio) – il Municipio espone al vicerè la difficoltà che si ha in Sassari di trovare Guardie Civiche che abbiano i requisiti richiesti da suddetto Editto; confessa di non averne che due sole, e domanda l'autorizzazione di poter scegliere le altre dal Corpo degli Invalidi.
IL PRIMO REGOLAMENTO
1858 a Sassari si vara il primo regolamento di Polizia Urbana. Nel Corpo delle guardie civiche trovano posto, e lo manterranno per molti decenni (praticamente sino ai nostri tempi), anche i pompieri e gli uomini della polizia rurale.
QUASI IL NOVECENTO
19 aprile 1899 in Sardegna arrivano i re d'Italia, Margherita e Umberto sono a Sassari per inaugurare il monumento a Vittorio Emanuele. Tempi nuovi anche per la polizia urbana: il Consiglio comunale vara infatti il nuovo regolamento organico.
Per essere ammessi nel Corpo occorrono i seguenti requisiti:
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